La ricerca artistica di Elisabetta Marino suggerisce distintamente il gusto per la citazione archeologica e rimanda a un mondo fatto di rituali propiziatori, oggetti apotropaici e corredi arcaici provenienti da un passato lontano. Le sue opere assumono lo status di reperti emersi a seguito di una campagna di scavi, ma a essere portati alla luce sono resti scintillanti e variopinti, che strizzano l’occhio a un atteggiamento giocoso, ravvisabile pure negli oggetti tipicamente Pop.
Baby Luna è una piccola opera, densa di colore, malinconia, ironia e nostalgia.
La scritta è quella dell’insegna di uno storico bar che nessun palermitano può dimenticare; luogo di appuntamento e di ritrovo per tante generazioni, disgraziatamente vittima della crisi e oggi non più esistente. Un vessillo che diventa a suo modo un reperto di archeologia contemporanea.
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