La ricerca artistica di Elisabetta Marino suggerisce distintamente il gusto per la citazione archeologica e rimanda a un mondo fatto di rituali propiziatori, oggetti apotropaici e corredi arcaici provenienti da un passato lontano. Le sue opere assumono lo status di reperti emersi a seguito di una campagna di scavi, ma a essere portati alla luce sono oggetti scintillanti e variopinti che strizzano l’occhio a un atteggiamento giocoso.
Così è nel caso di Marble bubble, interpretazione decisamente pop e postmoderna di una maschera funeraria, realizzata in schiuma poliuretanica sintetica, con ciglia magnetiche e in tinta super fluo. L’idea di reperto viene così decontestualizzata e spostata d’un balzo in un contesto totalmente estraneo, ai limiti della realtà, ridisegnando con ironia le possibilità di visione dell’immagine.
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