Mattia Barbieri è fortemente attratto dalla Pittura Sacra e dalle icone medievali, e questo aspetto affiora con particolare rilievo dalla produzione degli ultimi anni che si contraddistingue per la vicinanza con soggetti a carattere spirituale.
Quest’opera del 2021 riprende il modello iconografico del Salvator Mundi, il “Gesù Salvatore del mondo e signore del cosmo”, con la tradizionale rappresentazione del Cristo in posizione frontale in atto di benedire con le tre dita della mano destra aperte, ad evocare il simbolo della croce e della Trinità, mentre con la sinistra sorregge una sfera di cristallo, riempita d’acqua, come quelle usate a partire dal Medioevo come lenti di ingrandimento.
La fisionomia esasperata, i tratti stilizzati, le superfici ruvide e segnate danno all’opera l’aspetto di un reperto archeologico, qualcosa di sotterraneo, di antico e di misterioso, proveniente da un’epoca incerta o da un luogo alieno. La condizione straniante del soggetto ne fa qualcosa di eccezionale, e diventa metafora espressiva del divino, consentendo di leggere l’opera come una teofania dissociata dalla realtà terrena.
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