“Di una disperazione lieve, traducibile in una specie di malinconia costante, si ammanta il lavoro di Giuseppe Adamo, così come il suo stesso sguardo sulle cose. Ed è l’immagine a giocarsi – dolcemente, ferocemente – la sua partita per l’emersione e la sopravvivenza. All’ombra di un fallimento sempre sospeso.” [da un testo di Helga Marsala]
Movement disorders è una tela del 2016 in cui Adamo esplora la ricerca della forma – o meglio del suo incipit. Così, mentre l’immagine ultra piatta, artificiale, si ribalta in una densità organica, la materia monocroma si aggrappa alla possibilità di un perimetro, di un pattern chiuso, di una forma incagliata nella trama pittorica, tra una visione archeologica della natura e un’allucinazione.
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