La più recente produzione di Daniele Franzella comprende una serie opere in ceramica che rievocano oggetti emblematici di alcuni momenti storici, simulacri che prendono le sembianze di modellini in cartone; presenze silenziose e allusive, reperti di un passato che non ha ancora esaurito la sua potenza simbolica.

Stasera alle 11 trae ispirazione dal “Cinema dei telefoni bianchi”, un sottogenere cinematografico della commedia in voga in Italia tra gli anni ’30 e gli anni ’40; il nome deriva appunto dalla presenza di telefoni bianchi in alcune sequenze di questi film, sintomatica di benessere sociale, uno status symbol atto a marcare la differenza dai “popolari” telefoni neri in bachelite, più economici e dunque maggiormente diffusi.

Nel suo “telefono bianco”, Daniele Franzella traccia con una matita termosensibile direttamente sulla ceramica un suo disegno: la veduta di un interno borghese dagli arredi ricchi e ricercarti, con poltrone, tappeti e lampadari di cristallo; l’ambiente adatto, dunque, a un telefono bianco.

Con un raffinato gioco di paradossi e rovesciamenti, Franzella indaga ancora una volta il potere evocativo delle immagini e la loro natura di linguaggio manipolabile, in un esercizio di ri-semantizzazione di simboli e codici attraverso cui rileggere e reinterpretare le identità individuali e collettive.